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Un pensiero a Rocco, Antonio, e Vito, i tre angeli di Falcone

Articolo pubblicato sul numero 494 del “Settimanale di Bagheria”

Nel 1992, il 24 maggio, esattamente il giorno dopo la strage di Capaci, Gaetano Curreri, storico leader degli Stadio, ha scritto una canzone, dedicata agli uomini della scorta del giudice Falcone. Si chiama Per la bandiera, descrive tutto l’amore che ci vuole nel rischiare la propria vita in nome degli ideali che spesso si trasformano in niente, solo in una bandiera. Non ce l’ha fatta a finirla, l’ha completata Guccini con Saverio Grandi. Troppo forte l’emotività che gli generava, sentiva esplodere il cuore al pensiero della fine dei ragazzi uccisi dalla Mafia. Il 23 magggio 2009, Curreri è sul palco a Palermo, in concerto. Sotto il palco ci sono i compagni degli uomini della scorta, degli angeli custodi di Falcone, fatti a pezzi con il loro giudice, nella strage di Capaci. Curreri inizia a cantare Per la bandiera. Canta, guarda giù, sorride. Per dimostrargli il loro affetto, per dirgli il loro grazie, gli uomini in divisa salgono su e lo abbracciano. Ha un conto in sospeso con quella canzone. La canzone si trascina, va a fatica, viene finita a stento. Le lacrime sono ostacoli e ma le canzoni sono un veicolo emozionale ottimo quando le gambe non ci reggono. Antonio Montinaro 30 anni di Calimera (Le), arruolato in Polizia nel 1981 e assegnato al servizio scorte nel 1991 dopo essere stato in forza per alcuni anni alla squadra mobile. Ha lasciato la moglie e due figli. Vito Schifani 27 anni di Palermo, arruolato dal 1989 e assegnato al reparto scorte nel dicembre del1991. Halasciato la moglie e un figlio di otto mesi. Rocco Di Cillo 30 anni di Triggiano (Ba). Diplomato in chimica industriale e arruolato dal 1988. Sono gli angeli di Falcone.

Per una bandiera

Io sono qui per la legge / o meglio noi siamo la scorta / proteggo un uomo importante / gli apro e chiudo la porta / questo mestiere mi ha scelto / almeno ho un lavoro sicuro / perché ho una moglie ed un figlio e devo pensare al futuro, / almeno finché ne avrò … / Sento uno strappo di tuono / in questo sabato sera sassi ed asfalto nel cielo / di fuoco rosso e lamiera / non sento male è un istante / ma ora il futuro è chimera / e tutto questo per niente / solo per una bandiera… / Conosco il bene ed il male / distinguere il bianco dal nero / e se ogni tanto ho paura / è perché mi sento straniero / in un paese che guarda che è complice od impotente / che tace e piega la testa / è triste morire per niente, / senza motivo, così … Sento uno strappo di tuono / in questo sabato sera / sassi ed asfalto nel cielo / di fuoco rosso e lamiera non sento male è un istante / ma ora il futuro è chimera / e tutto questo per niente / solo per una bandiera… / L’auto cammina veloce / fra gli oleandri dei campi / l’odore mi arriva forte / si spacca tutto in quei lampi / sembra che il sole non scaldi / ho freddo lo voglio toccare / un’anima che va a sfiorare / la schiuma delle onde del mare / e poi s’innalza e chissà …

Un bel video della canzone degli Stadio lo trovate a questo indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=fQwL0BUCyEY


Nuovo dizionario delle cose perdute

Guccini Francesco, Nuovo dizionario delle cose perdute, Mondadori (collana Libellule), 2014, 148 p., brossura, € 12,00

 Nuovo dizionario delle cose perdute

Nel 2012 ci aveva già deliziato con la sua personale galleria di ricordi del tempo che fu, ora a distanza di due anni dal suo primo «Dizionario delle cose perdute», Guccini torna a scrivere degli oggetti e delle cose che hanno rappresentato generazioni di italiani. Con lo stesso tocco elegante e poetico che contraddistingue la prima raccolta, l’amato cantautore italiano scava di nuovo nel baule della memoria e ci consegna altre situazioni e ricordi generazionali ormai sepolti. Questa piacevole riflessione sul passato, che si legge come un romanzo, non si presenta come una ballata nostalgica o un’invettiva contro la nuova socialità e le drastiche trasformazioni generazionali, bensì il tentativo, da parte dell’autore, di aprire una finestra sui ricordi e le situazioni che hanno accompagnato un pezzo della sua vita per rivivere con commozione, ma senza amarezza, un tempo che è stato e che non tornerà più.


Tante volte, piuttosto che niente è meglio piuttosto

Tante volte, piuttosto che niente, è meglio piuttosto (Francesco Guccini, Nuovo dizionario delle cose perdute).


Quante volte per altri è vita quello che per noi è un minuto

Quante volte per altri è vita quello che per noi è un minuto (Francesco Guccini).


Dizionario delle cose perdute

Guccini Francesco, Dizionario delle cose perdute, 2012, Mondadori  (collana Libellule), 88 p., brossura, € 10,00.

 

Francesco Guccini compie un viaggio nel passato e scava nella memoria facendo emergere emozioni, condizioni e ricordi ormai sepolti. Il cantautore modenese ha deciso di “tirar fuori” dal vecchio baule tutte le sensazioni e le situazioni del nostro passato recente. Dizionario delle cose perdute è un omaggio al nostro ieri, alle cose che ormai sembrano irrimediabilmente perdute. È un’analisi divertente e puntuale del nostro vivere quotidiano di ieri affinché tutto ciò che è stato non cada nel dimenticatoio. In questo libro tutto evoca il passato, a cominciare dalla copertina del volume che è un evidente richiamo ad un marchio di sigarette che si fumavano anni fa. Una carrellata dunque di ricordi e di piccole cose che sono state il centro del mondo di un adolescente e poi di un adulto, una sorta di lungo amarcord a tratti nostalgico, ma di intensa vena poetica. Con un poco di nostalgia, ma soprattutto con la poesia e l’ironia della sua prosa, Guccini posa il suo sguardo sornione su oggetti, situazioni, emozioni di un passato che è di ciascuno di noi, ma che rischia di andare perduto, sepolto nella soffitta del tempo insieme al telefono di bachelite e alla pompetta del Flit. Un viaggio nella vita di ieri che si legge come un romanzo: per scoprire che l’archeologia “vicina” di noi stessi ci commuove, ci diverte, parla di come siamo diventati.