Archivi tag: XXVIII per Annum – A

Importante o Urgente?

XXVIII per Annum  

Prima lettura – Is 25,6–10a: Il Signore preparerà un banchetto, e asciugherà le lacrime su ogni volto. Dal Salmo 22:Abiterò per sempre nella casa del Signore. Seconda lettura – Fil 4,12–14.19–20: Tutto posso in colui che mi dà forza. Vangelo – Mt 22, 1–14: Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.

Siamo nel tempio di Gerusalemme e Gesù sta “chiacchierando” con i capi dei giudei, con i boss d’Israele. Ad un certo punto Gesù parte con una nuova parabola e dopo tre settimane di proposte di lavoro (parabola dei lavoratori occasionali, parabola dei due figli e parabola dei vignaioli professionisti e assassini), finalmente si parla di una festa, di un matrimonio. All’epoca partecipare a una festa era molto vantaggioso perché durava una settimana, si poteva mangiare due volte al giorno e si aveva a disposizione un abito nuovo di zecca.

«Un re fede una festa di nozze per suo figlio» (Mt 22,2). Dopo aver organizzato tutto per bene, il re manda i servi a fare inviti. La risposta degli invitati è sorprendente: «Non possiamo venire!». «Ma come? È il matrimonio del principe, ci saranno i vip (vi ricordate il matrimonio di William e Kate) e tante cose buone da mangiare!». «No, grazie!». Il re, ovviamente ci resta maluccio, ma non si scoraggia, ne tanto meno smonta baracca e burattini. Anzi… Il re rilancia pesante: «L’invito era per molti? Adesso sarà per tutti! Andate ai crocicchi delle strade» (Cfr. Mt 22,9). I servi «trovarono cattivi e buoni» (Mt 22,10). Attenzione, non si è chiamati perché buoni, ma si è buoni perché chiamati. Ci sono gli invitati, il pranzo è pronto, gli sposi sono splendidi: si aprano le danze!

Ma qualcosa non va… «Un uomo non indossava l’abito nuziale» (Mt 22,12). Il re si accorge che uno degli invitati non indossa l’abito della festa e si arrabbia parecchio. «Ma come? Ha invitato chiunque e adesso fa storie per uno che non ha il vestito adatto? Ma per favore!». L’uomo senza abito e chi, chiamato da Dio, invitato alla sua festa, continua a camminare per i fatti propri, a contare sulle proprie forze e a rifiutare il dono di Dio, dibattuto tra «Dio soprattutto o Dio soltanto». «Amico…» (Mt 22,12), il re prima di cacciare l’invitato riottoso, tenta di capire il perché del suo comportamento e delle sue scelte. Ma quello «ammutolì» (Mt 22,12).

Ma perché tanta durezza? Per mettere in chiaro che chi vuole entrare nel regno, non può «babbiare», ma deve fare sul serio.

Incontrare Dio è una festa, ma come abbiamo ridotto questa festa noi cristiani? È ancora una festa o piuttosto un funerale? Siamo forse troppo indaffarati per gioire… O siamo in preda alla routine del credere.

Indossiamo la veste… Dio ci ama come siamo… Ma ci vuole come ci ha sognati… Si può rifiutare l’invito perché la libertà è l’altro nome dell’amore. L’invito alla salvezza è qualcosa di serio: non permette distrazioni o esitazioni, né tantomeno ci si può dire arrivati.

Nella parabola chi rifiuta l’invito ha qualcosa di urgente da fare, qualcosa che reclama presenza. Preferiscono l’urgente all’importante. Gesù oggi ci dice che è necessario stabilire delle priorità, tenendo ben presente che l’essenziale è più importante del contingente.

Cari cercatori di Dio, il Signore continua a invitarci a una festa: a noi la scelta…


Ventottesima Domenica per Annum

«Molti i chiamati, pochi gli eletti» (Mt 22,14).

Un re organizza una festa per le nozze del figlio e invita, a più riprese, parecchia gente. Non tutti però sono interessati a partecipare e preferiscono declinare l’invito, dicendosi impegnati in cose, forse meno importanti, ma certamente più urgenti. Il Signore continua ancora oggi a invitare alla sua festa: tocca a noi decidere se partecipare o meno, perché la libertà è l’altra faccia dell’amore. Non ci accada di tralasciare l’importante per l’urgente e diciamo, con la nostra vita, che è veramente bello essere di Cristo. Buona domenica.