Archivi del giorno: 28 ottobre 2023

Trentesima Domenica per Annum

«Amerai il Signore… Amerai il tuo prossimo… Amerai te stesso» (Cfr. Mt 22,37.39).

Una nuova interrogazione per Gesù: i farisei stavolta tentano di metterlo alla prova sui comandamenti e su quale tra essi sia il più importante. Gesù non è impreparato, ha studiato al “catechismo” e da la risposta esatta: “Bisogna amare il Signore e l’unico modo per farlo è amare il prossimo, dopo avere amato se stessi”. Ma che significa amare il prossimo? Forse andarsene in giro a dire “Ti amo o T.V.B.” a chi si incontra? No, significa “solo” trattar gli altri come vorremo esser trattati: è questa la novità del cristianesimo, è questa la differenza cristiana. Buona domenica.


L’amore ha l’amore come solo argomento

XXX per Annum – 29 Ottobre 2023

Prima lettura – Es 22,20–26: Se maltratterete la vedova e l’orfano, la mia ira si accenderà contro di voi. Dal Salmo 17: Ti amo, Signore, mia forza. Seconda lettura – 1Ts 1,5c–10: Vi siete convertiti dagli idoli, per servire Dio e attendere il suo figlio. Vangelo – Mt 22,34–40: Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.

«Un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova» (Mt 22,35), non se ne può più! Ancora prove, ancora esami, ancora interrogazioni. Stavolta tocca ad un dottore della Legge. Lo mandano i Farisei, che, è chiaro, si sentono investiti dalla missione di “rompere” le scatole a Gesù. I Farisei vogliono farsi forti verso i Sadducei: «Voi non ci siete riusciti, vi siete fatti mettere a tacere da questo pseudo maestro. Adesso vi dimostriamo come è facile distruggerlo».

«Dimmi un po’, maestro, quale è il comandamento più importante, quello che non posso non rispettare?». Sembra di essere a scuola… Ecco una bella interrogazione… Scorriamo l’elenco… Vediamo se Gesù, oggi, è preparato… Comunque la domanda sembra banale… Ma credetemi, non lo è! Tutto per i Farisei è diventato sterile osservanza di precetti. Vivevano per la Legge, cercavano di capirla, studiarla, interpretarla e interpretandola l’avevano trasformata in un manuale d’istruzione pesantissimo, insopportabile (avete presente quei manuali d’istruzioni noiosissimi che si trovano in certi elettrodomestici?). Pensate che partendo dai 10 comandamenti, li avevano trasformati in 613 norme (365 proibizioni, una al giorno, e 248 precetti, uno per ogni osso umano)!

«Amerai il Signore… Amerai il tuo prossimo» (Mt 22,37.39). Bravo Gesù! Risposta esatta, perfetta. Nulla da aggiungere o da togliere. Ma attenzione, lo scriba aveva chiesto un comandamento, il maestro ne ha dati due. Capiremo il perché.

«Amerai…» (Mt 22,37.39). È un imperativo futuro. È un comando bell’è buono, quindi l’amore è un obbligo? Si deve amare a comando? No, l’amore è cosa naturale. Avete presente i rapporti genitori/figli e figli/genitori? Ma cosa è sto amore? È una parola di uso comune, ne sono intrise canzoni e film. La si pronuncia tanto da non perderla più sul serio. Ma Gesù oggi ci ricorda che l’amore è cosa seria. Il Signore ci sta dicendo di arrenderci al corteggiamento di Dio: «Non ti accorgi quanto Dio ti ama? E allora ama perché sei immensamente amato. Attenzione però, Dio non ti ama perché lo meriti, Dio ti ama per come sei, non per come vorresti essere».

«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente» (Mt 22,37). Per tre volte Gesù ci ripete “Tutto”. Non vuole dire che bisogna amare solo Dio, ma che è necessario amarlo senza mezze misure.

«Con tutto il tuo cuore» (Mt 22,37), il cuore indica la forza della concretezza, ma anche la gratitudine per ogni cosa che il Signore ci da.

«Con tutta la tua anima» (Mt 22,37), senza schizofrenia, dicendogli: «Non posso vivere senza di te!».

«Con tutta la tua mente» (Mt 22,37), non un’emozione dettata da un momento, ma il desiderio di conoscerlo, di capirci qualcosa in più di lui.

«Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso» (Mt 22,39). È scandaloso che Gesù metta l’amore per Dio sullo stesso pian o dell’amore per il prossimo. Gesù sta dicendo l’inscindibilità dei due comandamenti: amare Dio è pura astrazione se non si esprime nell’amore ai fratelli. Dio non se ne fa’ nulla del nostro amore, se non si manifesta verso i fratelli. Non posso dire di voler bene ad un amico se poi vado sotto casa e gli distruggo la macchina! Gesù sta dicendo pure che non c’è differenza tra i due comandamenti, sono due facce della stessa medaglia. Ma non sono intercambiabili, non si possono usare come cartucce compatibili. Devono esserci entrambi.

Ma che significa «Amerai il tuo prossimo come te stesso» (Mt 22,39)? Significa forse che dobbiamo andare in giro ad abbracciare e baciare tutti? Oppure che dobbiamo andare in giro a dire a tutti: «Ti amo o T.V.B.»? No, tranquilli, amici, non corriamo il rischio di finire catalogati come matti! Gesù ci dice come fare: «Amerai… come te stesso» (Mt 22,39). In altri termini, tratta come vuoi essere tu.

La cosa rivoluzionaria del Vangelo di oggi non è tanto che Gesù ha citato i due comandamenti che da secoli sono patrimonio d’Israele, ma che dica che questi due comandamenti siano, addirittura, simili. Gesù sta dicendo che bisogna amare il Signore e che l’unico modo per farlo è amare il prossimo. La novità cristiana non è la quantità d’amore, ma il modo in cui si ama, lo stile.

La differenza cristiana non è andare in chiesa, sgranare rosari e dare soldi ai poveri, no, miei cari, la differenza cristiana sta tutta nello scoprirsi amati da Dio e capaci di amare come Dio.